Contenuto
I nuovi pazienti entrati nei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) della mammella dell'Ausl di Imola da tutti i canali (mammografia clinica, mammografia di screening, assistiti di altre aziende ecc. ...) sono stati 216 (di cui 0 maschi) nel 2021 e 195 (di cui 4 maschi) nel 2022
Giovedì 19 ottobre, in occasione della “Giornata mondiale dedicata alla lotta contro il tumore al seno”, la prima parte della seduta del Consiglio comunale di Imola è stata dedicata proprio a questo tema. L’obiettivo era quello di sensibilizzare la cittadinanza alla cultura della prevenzione e ribadire l'importanza dell'adesione agli screening oncologici.
L'incontro pubblico, promosso dalla Presidenza del Consiglio Comunale e dalla Conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari, in collaborazione con l'Ausl di Imola, è stato aperto dai saluti istituzionali di Roberto Visani, presidente del Consiglio comunale, di Nicolas Vacchi, vicepresidente del Consiglio Comunale e di Daniela Spadoni, assessora al Welfare del Comune di Imola, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale.
Sono poi seguiti gli interventi di Margherita De Lillo, responsabile screening oncologico dell'Ausl di Imola, Elisabetta Melegari, oncologa referente per la patologia della mammella dell'Ausl di Imola e Domenico Francesco Rivelli, medico oncologo e presidente dell'Associazione Lilt di Bologna.
I nuovi pazienti entrati nei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) della mammella dell'Ausl di Imola da tutti i canali (mammografia clinica, mammografia di screening, assistiti di altre aziende ecc...) sono stati 216 (di cui 0 maschi) nel 2021 e 195 (di cui 4 maschi) nel 2022.
I saluti istituzionali
“La prevenzione dei tumori passa attraverso stili di vita sani e l'adesione agli screening oncologici – ha ricordato il Presidente del Consiglio comunale, Roberto Visani -. Il senso di queste iniziative è quello di far conoscere i servizi e le opportunità offerti dalle Istituzioni e dalle associazioni che operano nel nostro territorio, così da promuovere nella cittadinanza una corretta cultura della prevenzione”.
“Come Vicepresidente del Consiglio comunale e capogruppo Fratelli d'Italia, volentieri ho dato il mio contributo nell'organizzazione di questa iniziativa nella Giornata mondiale contro il tumore al seno promossa dalla presidenza del Consiglio comunale – sottolinea Nicolas Vacchi -. La chiave essenziale emersa ieri è quella dell'investimento sulla prevenzione. Le istituzioni devono sempre dare chiara partecipazione e attenzione a tutto quello che si sta già svolgendo affinché continui a svolgersi bene e meglio. Compito della cosa pubblica è promuovere e sottolineare per chi ancora non lo sa che i sistemi di screening del tumore al seno funzionano con il coinvolgimento di tutti, in particolare l'approccio allo screening salva tante vite, risparmia tante risorse pubbliche e contribuisce veramente tanto al benessere generale. Quindi secondo noi, le istituzioni devono vigilare e andare in supporto dove questi percorsi incontrino delle criticità, dando per assodato che i percorsi sono già molto ben strutturati, e poi ricordare e sensibilizzare la comunità tutta.
Quindi un importante ruolo: controllo, promozione, sensibilizzazione, e sostegno con le risorse concrete. Grazie ai medici che hanno partecipato al momento pubblico di ieri e grazie alla Lotta Italiana contro il tumore per il servizio prezioso rivolto alla comunità tutta”.
L’intervento di Daniela Spadoni, assessora Welfare del Comune – “Voglio rivolgere un caro saluto a nome del sindaco e dell’intera giunta a tutte le persone qui intervenute, alle autorità, ai professionisti e alle associazioni qui presenti. Voglio ringraziarVi per la forza e il tempo, le capacità e le energie che investite nella cura e nella prevenzione dei tumori al seno. Un grazie anche ai volontari delle associazioni che si occupano di sostenere, affiancare e supportare tutte coloro che si trovano ad affrontare un momento tanto drammatico della loro esistenza e con loro sostengono le loro famiglie che si trovano inevitabilmente smarrite. Siamo qui a parlare di salute delle donne, di prevenzione, in occasione della giornata mondiale contro il tumore al seno.
Fortunatamente si è ritornato a mettere al centro di molte discussioni il Servizio Sanitario Nazionale, nei tempi passati un po' dato per scontato, dispiace che se ne parli solo per sottolinearne la crisi che sta attraversando, anche a causa di chi lo sta mettendo in discussione.
La giornata di oggi è una delle giuste occasioni in cui siamo obbligati a ripercorrere passaggi importanti per ricomprenderne il valore alla luce della piena giustizia.
Fu istituito con legge n. 833/78, una legge monumentale che si ispirava ai principi universalità, uguaglianza, gratuità, globalità dei servizi offerti, solidarietà, democraticità, controllo pubblico e unicità (niente privati). Questa legge rispondeva pienamente alla Costituzione, che all’art. 32 definisce la salute come bene comune, anzi come diritto fondamentale.
Sono i LEA (livelli essenziali di assistenza) gli strumenti attraverso cui si deve sviluppare e promuovere la salute come bene pubblico e che consentono l’universalismo e l’uguaglianza delle prestazioni, perché sono definiti da legge universale:
I Lea sono organizzati in tre settori:
- prevenzione collettiva e sanità pubblica
- assistenza distrettuale
- assistenza ospedaliera.
All’interno del primo settore sta anche il nostro obiettivo di oggi stimolare la prevenzione, e la cura del proprio benessere per aggiungere valore alla salute come bene pubblico e quindi alla sanità pubblica.
Per questo motivo si è passati nel corso degli anni dal termine educazione sanitaria, come si usava anche nelle scuole negli anni 70/80, al più ampio termine di educazione alla salute, che secondo l’OMS riguarda anche “la comunicazione delle informazioni riguardanti le condizioni sociali, economiche ed ambientali che hanno un impatto sulla salute, così come i fattori di rischio individuali ed i comportamenti a rischio, nonché l’utilizzo del sistema sanitario”, implicando la fattibilità politica ed organizzativa delle diverse tipologie di interventi che agiscono sui c.d. determinanti di salute sociali, economici e ambientali.
Quest’attenzione a questi determinanti è ciò che rende l’educazione alla salute una delle attività alla base della “promozione della salute”.
La promozione della salute rappresenta quindi un processo sociale e politico, che oltre alle azioni specifiche dell’educazione alla salute sui singoli individui, comprende anche azioni volte a modificare concretamente le condizioni sociali, ambientali ed economiche, così da attenuarne l’impatto sulla salute del singolo e della collettività.
Essa si attua attraverso cinque aree d’azione prioritarie:
- Costruire una politica pubblica per la salute
- Creare ambienti favorevoli alla salute
- Rafforzare l’azione della comunità
- Sviluppare le abilità personali
- Ri-orientare i servizi sanitari.
E’ solo quindi con una piena politica pubblica della salute che si riesce a rendere concreto la prevenzione come diritto di tutti gli individui, attraverso programmi di educazione alla salute, programmi di screening, per ridurre l'incidenza delle malattie e la mortalità e di conseguenza i costi per il Servizio sanitario nazionale (SSN) e per la società, ma anche per soprattutto di favorire il mantenimento del benessere e della qualità della vita, che diventa benessere e qualità della vita socialmente intesa non solo individuale. La salute quindi non è solo un fondamentale diritto individuale, ma anche un interesse della collettività.
Ai più sfugge talvolta che la salute della popolazione non solo migliora le condizioni individuali e prolunga l’aspettativa di vita, ma crea anche benessere generale e migliora lo stato economico del paese.
La prevenzione e la cura si nutrono di un mangime comune, la ricerca. Sappia la politica, sappiano i governi, che se non si investe sulla ricerca per la cura, ma anche per una migliore determinazione e puntualità delle azioni di prevenzione, non si riconosce la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, di ogni individuo senza distinzione alcuna”.
Gli interventi dei rappresentanti dell’Ausl di Imola e dell’Associazione Lilt di Bologna
Il primo dato fornito è che i nuovi pazienti entrati nei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) della mammella dell'Ausl di Imola da tutti i canali (mammografia clinica, mammografia di screening, assistiti di altre aziende ecc. ...) sono stati 216 (di cui 0 maschi) nel 2021 e 195 (di cui 4 maschi) nel 2022.
Da parte sua, il dott. Francesco Rivelli, che ha ricordato il suo legame con la nostra città, ha sottolineato l'importanza di una collaborazione sempre più stretta fra la sanità pubblica e il mondo delle associazioni impegnate nella lotta contro i tumori.
In allegato i contributi forniti, nel corso dell’iniziativa, da Margherita De Lillo, responsabile screening oncologico dell'Ausl di Imola e da Elisabetta Melegari, oncologa referente per la patologia della mammella dell'Ausl di Imola.
Allegati
A cura di
Questa pagina è gestita da
Luoghi
Ultimo aggiornamento: 14-11-2023, 12:05