una foto storica del 1911

Il mercato: come nasce

Fin dalla nascita del concetto di economia (all'incirca epoca egizia), l'interesse venne puntato quasi esclusivamente sullagricoltura, mentre il commercio assunse un ruolo marginale. Gli scambi interni venivano affidati ai venditori ambulanti e agli stessi produttori, che, dai luoghi di origine, trasportavano le loro merci nei villaggi e nelle città, mentre il commercio estero rimase di stretta competenza dello Stato. Al mercato le eccedenze agrarie, tanto quelle prodotte nelle terre di proprietà dello stato, quanto quelle dei singoli coltivatori, venivano scambiate con i manufatti degli artigiani. Il baratto era alla base della compravendita: così, per esempio, lorafo poteva ottenere la frutta o il pane o qualunque altro prodotto di cui avesse bisogno offrendo in cambio gli oggetti da lui realizzati. Il mercato rappresentava il luogo in cui si concentrava la vita della città, come in alcuni centri avviene anche oggi. Costituiva il punto dincontro di venditori e compratori, sotto locchio vigile dei rappresentanti dellautorità, che controllavano lordine e il buon funzionamento delle transazioni. Per la conservazione e il trasporto di determinate merci venivano utilizzati recipienti di ceramica. La forma dei vasi dipendeva da ciò che erano destinati a contenere. I prodotti solidi e di facile conservazione venivano invece trasportati in sacchi. Poiché la quantità dei raccolti dipendeva dalle condizioni atmosferiche, lo stoccaggio dei viveri era di vitale importanza. Questo previdente sistema di conservazione delle provviste permetteva di far fronte ai periodi di carestia.

Col passare del tempo e l'accrescersi dei centri abitati il baratto venne gradualmente sostituito con il sistema monetario, che non prevedeva una vera e propria moneta ufficiale ma tanti diversi pezzi metallici d'oro, argento o rame con valori differenti. La coesistenza tra baratto e moneta si mantenne finchè l'uso generalizzato della moneta provocò una crisi nel vecchio sistema di scambio e una modificazione dei prezzi, a tutto svantaggio dei prodotti agricoli. Questo metallo prezioso , originò il mercato come attività astratta, separata dalla produzione. Il mercato così creò il denaro come bene a sé stante, indipendente dalla generazione del bene o del servizio e dal bisogno stesso. Il mercato quindi superò lorganizzazione per lazione collettiva per diventare un soggetto a se stante. Oggi il  Mercato è un pubblico servizio che, attraverso la concentrazione dell'offerta e la vigilanza sull'applicazione delle norme di commercializzazione e delle norme igienico-sanitarie, mira a tutelare i consumatori finali ed a remunerare nella giusta misura i produttori e gli addetti alla distribuzione, eliminando la intermediazione inutile e parassitaria.  I proventi della gestione devono essere commisurati a sostenere esclusivamente le spese necessarie al funzionamento del mercato, all'ammortamento e al miglioramento degli impianti e dei servizi comuni.

Le origini del mercato ortofrutticolo di Imola

L'attività orticola è stata da sempre una delle risorse più caratterizzanti della storia agricola imolese, da questa, sin dal medioevo, traevano molti dei prodotti necessari per il fabbisogno alimentare e per le colture agricole di maggior pregio destinate al mercato o addirittura all'esportazione. La posizione propizia di Imola, ai piedi delle ultime colline appenniniche e sulla riva del fiume Santerno, ha favorito nei secoli un utilizzo del territorio adiacente alla città per l'impianto degli orti che ben presto ne costituirono uno dei motivi caratterizzanti. La costruzione del canale dei Mulini contribuì poi a conferire maggior importanza allo sfruttamento ortivo del territorio rendendo singolare la morfologia del paesaggio posto nell'immediata periferia, appena all'esterno delle mura cittadine la cui presenza perdurò nel tempo, fino ai primi anni del ‘900.

Per secoli gli ortolani si concentravano, per vendere i loro prodotti, in una delle piazze pricipali della città, detta appunto "delle Erbe', che si apriva nel punto in cui la via dell'Avesa (attuale via Mazzini), quella che comunicava direttamente con la zona degli orti tra la città e il fiume Santerno, si univa alla via Emilia nel centro di Imola.

Nel 1870, durante l'amministrazione del sindaco liberale Giovanni Codronchi Argeli, venne inaugurato il mercato coperto nella piazza delle Erbe, un edificio in stile neogotico che verrà poi demolito negli anni trenta del XX secolo, per far posto all'attuale centro cittadino. Nel 1932, quando il commercio degli ortaggi, dei frutti e delle verdure assunse un'importanza maggiore per l'economia locale, venne inaugurato il nuovo Mercato Ortofrutticolo collocato nella parte meridionale dell'antica linea delle mura cittadine vicino alla porta Montanara. I lavori, svolti per conto dall'amministrazione comunale, si conclusero  nel 1939 e il nuovo edificio risultò costruito su modello del mercato di Vignola (Mo). Venne successivamente ampliato con la costruzione di nuove pensiline e l'acquisizione di parte di terreno di proprietà di Anaker (cantine Vighi), dove venne trasferito il mercato del pollame, sotto pensilina costruita per l'occasione ed il parcheggio per i produttori e gli operatori del mercato.

L'edificio insisteva su una superficie di mq 4.725 che era parte di un antico orto irriguo dei conti Tozzoni (orto mezzaluna), posto tra il canale dei molini e la cinta muraria. La superficie coperta era di mq. 1.732, il mercato era già  compreso nell'elenco dei mercati all'ingrosso dell'Emilia-Romagna, come mercato alla produzione con Decreto del Presidente della giunta regionale n° 170 del 3 Marzo 1976, regolato con la Legge n°125 del 25/3/1959, D.M. del 7/8/1959; Legge n° 441 del 5/8/1981; Legge n° 171 del 4/5/1983 e norme comunitarie attinenti al commercio all'ingrosso dei prodotti ortofrutticoli, Legge Regionale n° 38 del 30/5/1975 e con Regolamento approvato con delibera consiliare n°432 del 21/12/1979.

La superficie riservata ai produttori era di mq 1.450 totalmente coperta, con un totale di 192 posteggi, dei quali 104 riservati ai posteggiatori stagionali in concessione giornaliera. Esisteva un solo magazzino all'ingrosso operativo, ricavato dall'antica pescheria, di recente ampliato con un totale di superficie coperta di mq 156. L'altro magazzino di mq 8 era inattivo.

I produttori individuali fino al 1995 erano stimati in numero di 200, già allora in costante calo, con derrate, in prevalenza frutta, proveniente dal circondario imolese (ql. 14.000, 16.000 l'anno) concentrate nel periodo estivo. In particolare erano già previsti in calo i produttori orticoli, un tempo in prevalenza, tra questi molti i piccoli produttori con superfici minime, e vasta gamma di articoli prodotti. Il grossista acquista in particolare presso il mercato all'ingrosso di Bologna che frequenta di solito 3 volte alla settimana, il quantitativo venduto nel mercato di Imola da questo operatore, è di circa 15.000/16.000 quintali annui.

Gli acquirenti tradizionali del mercato, sono ancora oggi dettaglianti e ambulanti di frutta e verdura i quali da diversi anni risentono notevolmente della concorrenza della grande distribuzione. Questi operatori risultavano circa 100, in prevalenza provenienti da comuni limitrofi e anche il loro calo costante incide profondamente sulle contrattazioni. In particolare nel periodo estivo, si formano tuttora rilevanti quantità di derrate invendute nel corso delle operazioni all'ingrosso le quali vengono offerte ai consumatori più tardi a prezzi anche inferiori alle quotazioni prevalenti del mercato all'ingrosso del giorno stesso. Di scarsa entità e incostanti risultano gli acquirenti di altri operatori all'ingrosso: grossisti, comunità, ristoranti, ecc.  Nei mesi da maggio a ottobre, dove la possibilità di comprare prodotti freschi e di qualità è maggiore, si trova un numero rilevante di consumatori, oltre mille per giornata, con ripercussioni sulle vendite dei dettaglianti e degli ambulanti ed in particolare di quelli che hanno gli esercizi in prossimità del mercato.

Il mercato fino al 2001

Prima del restauro avvenuto nel 2001, nel mercato erano presenti le seguenti strutture:

  • locale di mq 16, entrata lato via Rivalta a sinistra (ex cassa di Risparmio di Imola);
  • locale di circa mq 30 adibito a bar, posto all'entrata di via Rivalta a destra, in affitto al Sig. Claudio Cenni che ne ha ristrutturato l'interno;
  • locale posto al centro del mercato in concessione alla ditta Ortofrutta Imola, dal1948 concesso alla ditta Noferini Augusto, in seguito affidato alla ditta stessa, in concessione quinquennale ( delibera consiliare n°86 del 22/2/1984). Poi di fatto concessione annuale rinnovata in sede di adeguamento canone. La superficie è di mq 156 dopo l'accorpamento del locale ex Giovannini Valter;
  • locale in concessione alla ditta CON.OR (ex ditta Mainetti Renzo) di circa mq 8.
  • locali adibiti fino al 31/12/1989 a box  pescivendoli, ricavati sotto pensiline dei produttori giornalieri nel 1968, quando lo sfratto esecutivo da parte della pescheria esistente in piazza Gramsci, impose una soluzione alternativa in tempi brevi. Tali locali erano complessivamente 5 con una superficie media di mq 17-18;
  • posteggi produttori fissi, sotto le pensiline lato via Rivalta, superficie media mq 10-12, erano in tutto 100. I produttori titolari di uno o più posteggi o di mezzo posteggio, erano nel 1982 n°76, mentre prima del restauro diminuirono fino a 57 unità;
  • posteggi produttori giornalieri, normalmente utilizzati dai produttori stagionali, erano in tutto 70 per una superficie media di mq 2-3;
  • locale direzione mercato, superficie mq 20 circa, che veniva utilizzato dal direttore, dal custode, dai vigili addetti Annonaria e dai dipendenti dell'ufficio pubbliche affissioni;
  • locale ex magazzino Bacchilega Savio, di mq 18 circa, adibito a deposito attrezzi.
  • Sotto la pensilina del pollame, operavano 2 pollivendoli (il martedì, giovedì e sabato) e alcuni produttori, in particolare di uova.

Il mercato ortofrutticolo all'ingrosso di Imola, ha sempre rappresentato un punto di vendita privilegiato per le piccole quantità di ortaggi prodotti dagli orti imolesi.Per i grossi quantitativi le strutture di vendita sono il mercato ortofrutticolo di Bologna e le locali centrali ortofrutticole.

Le derrate vendute sono in netto calo, sia per i grossisti che per i produttori, sono pure in calo il numero delle presenze dei produttori e degli operatori agli acquisti all'ingrosso ( ambulanti, dettaglianti), mentre risultano in aumento le presenze dei consumatori.

Il mercato è carente di strutture frigorifere e di condizionamento dei prodotti.

L'auspicabile incremento del numero di operatori grossisti si presenta assai problematico per la mancanza di spazio, è difficile l'accesso sia dal lato di via Saffi che da quello di via Rivalta. Tutta la struttura necessita di urgenti interventi globalmente, ma in particolare nella pavimentazione e nelle pensiline.

Il costante calo degli utenti tradizionali della strutture, ortolani e dettaglianti, ha portato a incentivare la presenza di acquirenti consumatori diretti, in gran parte pensionati e piccole, piccolissime aziende agricole marginali, gestite da anziani.

L'apertura della nuova sede del mercato ortofrutticolo di Bologna in zona Pilastro (con facile accesso autostradale) ha sicuramente aggravato la situazione.

Inoltre il trasferimento del mercato dei produttori , per la costruzione del parcheggio sotterraneo, anche se temporaneo, ha portato alla fine dell'attività dell'operatore grossista (50% circa delle vendite) ed alla definitiva acquisizione del carattere del mercato rionale stagionale al dettaglio. In tal caso la normativa applicata è la legge 59/63, i vigili sezione Annonaria e il settore  commercio S.A.E sono competenti oltre naturalmente all'azienda A.S.L per quanto attiene alle norme igieniche e sanitarie.

Il mercato dopo il restauro

Dall'11 settembre 2004 il mercato è stato spostato nella vecchia sede ristrutturata di via Rivalta che dichiara una nuova Superficie complessiva di 3150mq (45x70m).

Il mercato ortofrutticolo di Imola rappresenta ancora oggi un importante punto di riferimento economico che va salvaguardato e rilanciato, l'occasione della ristrutturazione della sua storica sede dev'essere motivo di stimolo per una sua riqualificazione. Essendo molto distante, per volume di merce trattata, da grossi centri quali Bologna e Cesena il comune intende  licenziare un nuovo Regolamento che premierà e favorirà in particolare quei produttori che intendono valorizzare la tipicità dei prodotti imolesi soddisfacendo le aspettative del consumatore sempre più esigente in fatto di genuinità e salubrità del prodotto.

I grossisti presenti al mercato ortofrutticolo (Grementieri Aldo sas e Ortofrutta Imola & C. sas) prendono atto che alla sede ristrutturata non vi sono gli spazi per la commercializzazione all'ingrosso e di conseguenza, d'intesa con l'amministrazione comunale, resteranno nella sede attuale (via Tiro a segno), fino a quando i lavori delle nuove costruzioni lo permetteranno, in attesa di essere collocati definitivamente nell'area del mercato all'interno dell'Osservanza, come da progetto dell'arch. Gaia Aulenti. Per mantenere un rapporto con la nuova sede ristrutturata del mercato ortofrutticolo richiedono l'assegnazione di uno spazio minimo all'interno dello stesso, necessario a non causare danni all'attuale sistema di distribuzione e approvvigionamento di frutta e verdura per i dettaglianti.

Aspetti urbanistici

Piano regolatore vigente

L'area del mercato ortofrutticolo è stata individuata cartograficamente dal Prg vigente nella serie di tavole del centro storico di Imola (scala 1:1000) denominate rispettivamente:

  • 4.1 Classificazione degli edifici
  • 4.2 Destinazioni d'uso
  • 4.3 Tipologie
  • 4.4 Delimitazioni delle unità di intervento

Rispetto alla Tav 4.1 i fabbricati che insistono sull'area del mercato risultano assoggettabili alla categoria d'intervento 3b-ristrutturazione. Per quanto attiene alla Tav. 4.2 del centro storico, le destinazioni d'uso ammissibili nei fabbricati presenti sono quelle indicate dall'art. 23,comma 1, punti a), b1), b2), b3) delle N.T.A. per zone omogenee A riconducibili a funzioni abitative, direzionali, finanziarie e assicurative, commerciali e artigianali di servizio. Tra le funzioni di servizio si trovano appunto quelle di "garage pubblico' e pertanto la destinazione del nuovo parcheggio coperto del mercato risulta compatibile. Per la porzione di area prospiciente viale Zappi (mq 4050) la destinazione urbanistica è quella di parcheggio pubblico. Va infine ricordato che la parte originale del complesso edilizio del mercato risulta tutelato ai sensi della Legge 1089/39, art.1-4.

Piano Regolatore adottato

Nel Prg adottato con Del. C.C. n. 137 del 29/04/99 è stato definito il perimetro dell'insediamento (corrispondente alla zona omogenea A), facendolo coincidere con il tracciato delle mura e, pertanto, l'area del mercato ortofrutticolo ricade all'esterno di tale perimetro.

La destinazione urbanistica dell'area è individuata cartograficamente nel Foglio 15 della Tav. 1° "Disposizioni strutturali' che la individua come "zona Urbana ad organizzazione morfologica specialistica ad impianto singolare per l'erogazione dei servizi di interesse generale (Fa)- da mantenere' (art.18 delle N.T.A.)

Peraltro sulla parte nord dell'area i fabbricati che costituiscono la parte originale del complesso edilizio del mercato ortofrutticolo, sono stati individuati dalla Tav. 1C – Foglio E come " unità di spazio di interesse storico site all'esterno dell'insediamento urbano storico' e classificate "Mn – unità edilizia speciale novecentesca originaria o di ristrutturazione a struttura modulare' (scheda 20 dell'appendice 3 delle N.T.A.) .

Rispetto alla tav 2° " Disposizioni programmatiche' l'area è soggetta ad utilizzazioni pubbliche: in particolare la parte sud (corrispondente a quella individuata dal Prg vigente) è destinata a "Parcheggio pubblico), mentre la parte nord ad "Altre attrezzature di interesse generale'.

Il Prg adottato fornisce inoltre altre informazioni riguardanti limitazioni che insistono sull'area del mercato ortofrutticolo.

La Tav. 1E – Foglio 15 riporta le "Limitazioni finalizzate alla tutela dell'integrità fisica del territorio e alla salvaguardia dei materiali archeologici'.

Per quanto concerne il mercato ortofrutticolo ricade tra le "Aree ad alta vulnerabilità idrologica' (art.10 delle N.T.A.)

La Tav. 1F – Foglio 15 contiene le "Limitazioni derivanti da atti legislativi e/o amministrativi'. Per quanto riguarda il mercato ortofrutticolo è riportato per la parte originale di tale complesso edilizio, l'indicazione del vincolo ex L. 1089/39 relativo alle aree e immobili di interesse storico artistico, nonché l'indicazione che tale area ricade all'interno della zona di rispetto dei pozzi di captazione acque destinate al consumo umano (DPR 24.05.1988 n.236).

Il Piano regolatore e il Piano Urbano del Traffico impongono pertanto numerosi vincoli ben precisi sulle scelte di organizzazione del mercato; perciò l'affidamento ad un soggetto esterno (Direttore) potrebbe rilanciare la struttura e contribuire ad un incremento di redditività senza modificarne l'ordinamento.